Accedi LOG-IN
MENU

Blog

27/09/2023
Cultura e antropologia

La Bolla papale Laudabiliter: otto secoli di persecuzione e schiavitù del popolo irlandese
La Bolla papale Laudabiliter: otto secoli di persecuzione e schiavitù del popolo irlandese
Abbiamo conosciuto, nella nostra esperienza formativa di individui, alcuni “passaggi storici” che hanno portato all’attuale situazione economica e geopolitica come la bolla papale Unam Sactam Ecclesiam di Papa Bonifacio VIII. 

Ricordiamo brevemente che la Bolla Unam Sanctam Ecclesiam del 1302 utilizza la metafora del Diritto Marittimo (o Diritto dell’Ammiragliato ancora oggi in vigore) affermando che la prima e Unica Santa Chiesa di tutti i tempi è l’Arca di Noè. La Bibbia ci racconta che col Diluvio Universale tutto il mondo era sommerso dalle acque e l’unica cosa che si levava al di sopra delle acque era l’Arca di Noè. Quindi tutti gli esseri umani, a partire dal momento citato dalla Bibbia che viene adoperata come Codice di Diritto Nautico, sono considerati dispersi in mare. Essendo i dispersi in mare impotenti ed inermi, il Papa (e i suoi successori) reclama tutta l’autorità, la proprietà spirituale e temporale fino a quando i “dispersi” torneranno a reclamare i loro diritti. Cosa che finora non è mai avvenuta come ben sappiamo poiché tutte le nazioni contemporanee, discendono ancora oggi da questo sistema giuridico. Questo sistema si autogiustifica con il Diritto Divino, motivo per cui non si può parlare di politica, di finanza, di diritto senza parlare di religione.

Purtroppo nei secoli di queste Bolle papali ne sono state emanate molte e alcune hanno creato dei veri disastri giuridici, economici e geopolitici come nel caso della bolla papale Laudabiliter del 1155 emanata del Papa Adriano IV unico Papa britannico nella storia che, guarda caso, concesse con questa bolla l’isola di Irlanda al sovrano normanno Enrico II che iniziò l’invasione nel 1167 per concluderla nel 1172 creando in questo modo la prima colonia inglese!

Conosciamo bene la biografia di Bonifacio VIII, citato anche nell’Inferno di Dante, ma quella di Adriano IV non è da meno. Vediamo brevemente i tratti salienti di questo personaggio storico.

Nicholas era il suo nome prima del pontificato in cui prese il nome di Adriano IV, ricordato essenzialmente come un politico con una smodata avarizia finalizzata al potere che ha caratterizzato la sua opera prima di salire al soglio pontificio. Figlio di un sacerdote a Nicholas venne rifiutata l'ammissione al monastero non essendo considerato pronto. In quell'occasione non attese e andò invece a Parigi dove divenne infine un monaco del convento di San Rufus nei pressi di Arles. Qui divenne priore e nel 1137. Come abate, il suo zelo riformatore attrasse su di lui la favorevole attenzione di Papa Eugenio III, che lo nominò vescovo cardinale di Albano.

Dal 1152 al 1154 Nicholas fu in Scandinavia come legato pontificio, organizzando gli affari della nuova arcidiocesi norvegese di Trondheim. Forse è proprio qui che ha intrecciato intimi rapporti con la corona normanna per pianificare successivamente la “cessione” del suolo irlandese! Al suo ritorno Nicholas venne ricevuto con grandi onori da Papa Anastasio IV e alla morte di quest'ultimo venne eletto Papa il 4 dicembre 1154. La Repubblica romana, capeggiata dal monaco Arnaldo da Brescia, non accettò la sua elezione e scoppiarono tumulti che costrinsero Adriano IV a rifugiarsi dentro San Pietro, intraprendendo un'azione mai fatta in precedenza: poco dopo la Domenica delle Palme del 1155 lanciò l'interdetto contro Roma ossia la cessazione automatica di tutte le funzioni religiose; quindi non venivano più somministrati i sacramenti e i morti non erano sepolti in terra consacrata. Il popolo ricattato da un punto di vista spirituale si sollevò contro il Senato che esiliò Arnaldo da Brescia. A quel punto il papa tolse l'interdetto e celebrò la Pasqua in Laterano.

Intanto Federico I Barbarossa era sceso in Italia e Adriano IV gli chiese di consegnargli Arnaldo da Brescia. Non appena il monaco venne tradotto a Roma, fu condannato a morte e Federico Barbarossa fu incoronato nella Basilica di San Pietro il 18 giugno 1155. Il rapporto con il Barbarossa sarà sempre più tumultuoso e successivamente poco prima di scomunicare l’imperatore Papa Adriano IV morì.

Ritorniamo alla terra d’Irlanda e alla bolla Leudabiliter che alcuni autori affermano si tratti di un falso. A prescindere dalla reale autenticità possiamo notare che colui che l’ha redatta si è preso la briga di citare le decime che tutti gli anni sarebbero state pagate al papato nella misura di “un penny per ogni casa”! Anche il papa successivo Alessandro III confermerà il diritto di conquista della corona anglo-normanna e il relativo dovere di obbedienza degli irlandesi confermando e perpetuando secoli di oppressione verso il popolo irlandese.

L’Irlanda gaelica prima della bolla pontificia era un’isola a maggioranza cattolica dove il clero a differenza di altri paesi poteva sposarsi, era concesso il divorzio e permanevano molti rapporti con la cultura precedente celtica. Quando moriva un re i membri meritevoli della comunità sceglievano insieme il successore. Quindi non era contemplata la discendenza di sangue da padre a figlio, cosa che avvenne di fatto dopo l’occupazione! L’isola in quegli anni era dilaniata da conflitti tra i diversi clan e il re d’Irlanda troppo debole per governare e proprio in questo contesto conflittuale che ci furono tradimenti e accordi tra alcuni clan e i sovrani normanni che in seguito alla bolla papale si arrogarono il diritto di conquista dell’Irlanda. 

Fino ad allora nel mondo gaelico si seguiva lo jus soli dove le terre costituivano il bene comune delle tribù mentre con l’invasione normanna il popolo irlandese era sottomesso e il suolo di Irlanda era per diritto divino di proprietà dei re normanni e inglesi successivamente. Il popolo irlandese provò a ribellarsi e riuscì a mantenere nell’Ulster centro – occidentale una sorta di governo autonomo gaelico per alcuni secoli.

Quello che invece si perpetrò nei secoli fu una spietata soppressione del popolo irlandese che veniva addirittura visto come inferiore, gli irlandesi vennero definiti da presunti storici (Girardo Cambrense fu il primo) in alcune cronache come barbari, senza cultura e tradizioni, assetati di sangue, avvezzi all’alcool, più simili a scimmie che agli uomini. Tali descrizioni vennero perpetuate nel medioevo e successivamente crearono un vero odio razziale degli inglesi verso gli irlandesi che ancora oggi è tutt’altro che sopito!

I nobili irlandesi provarono a rivolgere un disperato grido di aiuto al Papa Giovanni XXII con la famosa Rimostranza nel 1317: «Oltre cinquantamila persone sono morte in seguito all’invasione, senza contare i morti di fame, miseria e carcere. I confini della chiesa sono stati ristretti. Gli inglesi ci hanno privato del nostro antico sistema di leggi scritte per sostituirlo con un nuovo sistema che ha l’unico obiettivo di sterminarci (..)». I nobili fornirono anche esempi concreti: «non è prevista alcuna pena per un inglese che uccida un irlandese; ogni donna irlandese sposata con un inglese quando rimane vedova è privata di un terzo delle terre e dei suoi averi e alla sua morte gli inglesi si impadroniscono di tutte le sue proprietà». Ovviamente questa Rimostranza non condusse a nulla di fatto!

Nei secoli successivi i reggenti inglesi fecero di tutto per soggiogare l’Irlanda e il suo popolo promulgando leggi, immigrazione forzata verso altri luoghi fino all’utilizzo ignobile della carestia di metà 1800 che costò la vita a migliaia di irlandesi fino ai recenti eventi di violenza organizzata da parte dell’Inghilterra verso i civili negli anni 70 e 80 del secolo scorso.

Il cruciale passaggio storico definito con la sopracitata Bolla papale ha purtroppo creato una base legislativa per creare l’ennesimo popolo soggiogato da altri, formulando una forma particolare di schiavitù dettata da “ragioni” divine e supportata dalla denigrazione di un intero popolo da parte di “esseri” superiori tra cui la Chiesa! L’atteggiamento della chiesa verso la schiavitù è stato cristianamente inammissibile fin dai tempi della sua familiarità con gli antichi imperi.

Vediamo alcuni illuminanti esempi di indottrinamento:

  • Paolo ai Corinzi, VII, 21-24: «Ognuno resti nella condizione in cui era quando fu chiamato. Sei tu chiamato essendo schiavo? Non te ne preoccupare; quand’anche potessi diventare libero, scegli piuttosto di rimanere schiavo, poiché colui che è chiamato da schiavo è affrancato dal Signore e colui che lo è stato da libero è schiavo di Cristo».
  • Pietro, II, 18-21: «Servi, siate con ogni timore soggetti ai vostri padroni, non solo ai buoni e moderati, ma anche a quelli che son difficili. Poiché è accettevole che alcuno per motivo di coscienza davanti a Dio sopporti afflizioni patendo ingiustamente. Infatti che merito c’è se avendo sbagliato ed essendo malmenati voi sopportate pazientemente? Ma se, facendo bene eppur patendo, voi sopportate con pazienza questa è cosa grata a Dio, perché a questo siete stati chiamati».

Ci piacerebbe sapere perché fare lo schiavo con sottomissione e sudditanza sia considerato un dovere dai padri fondatori della chiesa e quale dovere si intenda… purtroppo non si può chiedere ragione a chi della ragione ha deciso di farne a meno!

La chiesa cattolica, si racconta abbia origine dal cristianesimo che a sua volta si è sviluppato nella cultura ebraica. Ma nel contesto della legislazione ebraica lo schiavo non nasceva schiavo, lo diventava in relazione alla inadempienza verso i creditori ad esempio e non doveva offrire i suoi servigi per oltre sei anni. Se veniva condotta anche la famiglia nella condizione di schiavitù anche questa era libera dopo il tempo definito.

Quindi vediamo bene che anche l’atteggiamento della prima Chiesa verso la schiavitù non aveva nulla di cristiano ma era rivolta a mantenere l’ordine imposto dai vari regnanti i quali in tutto il continente europeo non fecero altro che assumere questa nuova religione come unica, adattandola in relazione alla posizione geografica e culturale, annientando le precedenti forme di credo definite pagane.

La chiesa, che non ha fatto che condannare come opera del demonio l’intero edificio della società pagana sottraendone però molto dell’antico simbolismo per creare un ingannevole filo conduttore, non ha avuto ritegno ad accettarne lo schiavismo fino a praticarlo ampiamente in proprio creando anche da un punto di vista legislativo categorie diverse di esseri umani. Una condotta quanto mai squalificante sotto l’aspetto morale e legislativo, da cui non poteva sortire che quel suo ipocrita autoassolversi sul quale la storiografia cosiddetta laica non si è mai spesa in nessuna critica!

L’apprendere questi ulteriori resoconti sugli effetti dell’ennesima bolla papale di cui alcuno non si è preso la responsabilità per le atroci conseguenze che ha causato ci può fornire ulteriori strumenti per confrontarci e capire meglio la condizione di schiavitù passata e presente, con le varie modalità che ancora oggi fanno presa sui più che utilizzano “il senso di colpa” e “il dovere superiore” verso Dio, la Patria, la salute comune etc., rafforzando la nostra conoscenza e coscienza di liberi individui.

Bibliografia
Storia del conflitto Anglo – Irlandese, R. Michelucci, Odoya ed. 2009
Chiesa e Schiavitù, A. Corvisieri, Paleario ed. 2005


Indietro