La comunicazione non violenta come fondamento della svolta antropologica che l'umanità sta attraversando
Come mai da decenni sentiamo parlare di cambiamento epocale, di nuova era, di nuova umanità, di cambiamento di paradigma e tutto sembra invece procedere come sempre? Violenza, guerra, soprusi e sopraffazioni; una evidente incapacità e non-volontà di risolvere i conflitti dal macro livello planetario al micro livello famigliare, sono elementi di un malessere che non ha ancora raggiunto il punto di svolta che permetta finalmente di attuare quel cambiamento che molti vorrebbero sperimentare ancora in questa vita.
Gandhi diceva: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, ma come essere e diffondere calma, benevolenza e pace, se dentro di noi siamo in perenne conflitto? Da dove partire per portare in attuazione un mondo non violento? Dall’auto-osservazione dei nostri meccanismi inconsci, portandoli alla luce della coscienza e dissolvendoli con una pratica costante e compassionevolmente spietata di osservazione e dis-identificazione da tutto ciò che ci intossica e ci avvelena anima e corpo.
Per attuare questo proposito, oltre alla pratica quotidiana di una qualche forma di preghiera e di meditazione contemplativa, possiamo utilizzare ottimi strumenti di apprendimento, come partecipare a corsi e seminari mirati, oppure studiare testi adatti allo scopo e applicarne gli insegnamenti.
Il testo che desidero introdurre in questo articolo è di Marshall Rosenberg e si intitola “Le parole sono finestre (oppure muri)”, che è una traduzione libera del titolo originale “Nonviolent Communication.”La Comunicazione Nonviolenta (CNV) di Marshall Rosenberg rappresenta una modalità per il cambiamento sociale attraverso la pratica di un linguaggio che esprima empatia, che sia in grado di percepire l’altro, di mettersi nei suoi panni.
La CNV fornisce gli strumenti per comprendere i meccanismi che innescano la reattività negli individui, stimolandoli ad assumersi la responsabilità consapevole delle proprie risposte e al contempo ad approfondire la connessione con se stessi e con gli altri, allo scopo di trasformare le reazioni automatiche con le quali spesso si risponde agli stimoli in risposte consapevoli. Utilizzando questo utile strumento, i conflitti diventano opportunità di crescita, anziché occasioni di scontro fra le parti.
Per giungere ad una comunicazione empatica, occorre diventare consapevoli di quelle che sono le 4 componenti fondamentali della CNV:
- Osservazioni
- Sentimenti
- Bisogni
- Richieste
Quindi:
- Nella prima componente, lo scopo è osservare una situazione senza valutarla o giudicarla, poiché nel momento in cui si mescola l’osservazione al giudizio, l’interlocutore/trice percepirà una critica e tenderà a chiudersi.
- Nella seconda componente, lo scopo è di esprimere come ci sentiamo osservando ciò che accade, distinguendo i sentimenti dai pensieri, che spesso vengono confusi fra loro, e descrivendo chiaramente le nostre emozioni senza temere di mostrarci vulnerabili.
- Nella terza componente, impariamo a comunicare in modo chiaro e diretto i nostri bisogni connessi ai sentimenti che abbiamo provato
- Nella quarta facciamo una richiesta (non una pretesa) specifica per arricchire la nostra vita, usando un linguaggio positivo e concreto, evitando accuratamente espressioni vaghe, astratte e ambigue, e assicurandoci che il nostro messaggio venga recepito in modo esatto.
Questo processo viene sviluppato da entrambe le parti, mantenendo il focus sulle 4 componenti, in modo tale da creare un flusso di comunicazione da cuore a cuore che si traduce come segue:
- cosa vedo, cosa sento, di cosa ho bisogno e cosa ti chiedo per migliorare la mia vita;
- cosa vedi, cosa senti, di cosa hai bisogno e cosa mi chiedi per migliorare la tua vita.
Imparare a comunicare in modo non violento è il fondamento per costruire una nuova società fondata sulla benevolenza.
Auguro un buono studio e una buona pratica a tutti noi!
khudai daniela:enrico